Il futuro del portable gaming per Nintendo ed Apple: parte seconda

di Pasquale 1

Nintendo 3ds portable gaming

Ieri avevamo iniziato un’analisi sul futuro del gaming portatile, che nel corso degli ultimi tempi sembra protagonista di una rivoluzione che forse nemmeno i più esperti analisti del settore avrebbero potuto prevedere.

Con il sempre maggior successo dei giochi su App Store, e la situazione non certo tranquilla per l’hardware portatile di Sony e Nintendo, lo scenario sembra infatti destinato a cambiare. E proprio sulle due politiche commerciali di Apple e Nintendo avevamo ieri interrotto la nostra analisi.

Come dicevamo in chiusura del precedente articolo, Nintendo negli ultimi tempi ha visto una serie di sviluppatori allontanarsi dalla programmazione di titoli per le proprie consoles, mentre Apple, d’altra parte, è riuscita a conquistare il favore di tantissimi sviluppatori, indipendenti e non.

Da questo punto di vista, Nintendo ha più volte ripetuto di non credere nello sviluppo indipendente, nei cosiddetti “garage developers”, cosa che Apple invece ha fatto e continua a fare, permettendo – a retro di una quota annua di 99 dollari – a tutti di poter sviluppare per iOS e di guadagnare. E non è certo un caso se le applicazioni più popolari (ad esempio, Tiny Wings) siano proprio applicazioni indipendenti, che sono riuscite a superare la quota di un milione di downloads.

L’era della tradizionale “console portatile di gioco” sembra essere ormai conclusa, a favore dei markets online come App Store. Se è vero che una console 3DS nuova costa sui 150-190€ (molto meno di un iPod Touch ricondizionato), è anche vero che un singolo gioco per Nintendo 3DS costa 40 euro circa (ovvero, più di quaranta applicazioni come Tiny Wings).

In più, prezzi così elevati costringono i consumatori – principalmente giovani – a indirizzare l’acquisto di nuovi titoli in pochi periodi dell’anno (Natale, compleanni, e così via), mentre con una iTunes card dello stesso valore di un gioco Nintendo si possono acquistare decine di giochi differenti.
In più, la comparsa sempre più frequente su App Store di applicazioni “freemium” ha anche smosso il settore dell’acquisto In App, invogliando il fruitore del gioco a spendere per vivere un’esperienza videoludica ancora migliore.

Nintendo sembra invece invogliare i propri consumatori ad evitare l’acquisto di titoli per 3DS, riempiendo i propri negozi virtuali di titoli NES e GameBoy Advance che costano una decina di dollari. Così come sembra prendere addirittura le distanze dal gioco in 3D, ovvero la caratteristica principale della console, attraverso le parole dello chief game maker Shigeru Miyamoto che ha affermato che giocare con il 3D disattivato è un “modo accettabile di giocare”.

Crisi del settore, quindi? Molti ribadiscono che non si può parlare esattamente in tali termini, ma è certo ovvio che il monopolio assoluto di cui Nintendo disponeva fino a poco tempo fa sul gaming portatile è ormai cosa vecchia. Eppure, nonostante tutto, l’azienda giapponese ha ripetuto negli ultimi tempi un secco “No” ad un porting di alcuni titoli di maggior successo su App Store. Sega ha fatto lo stesso.

Insomma, mentre Nintendo – insieme ad altre classiche majors videoludiche – non se la passano certo bene, Apple continua la sua corsa al successo, forte di un App Store con un vastissimo catalogo di giochi, di un’offerta e di una domanda praticamente continue, e di risultati di vendita sempre più rosei.
Vedremo in futuro come andrà a finire, e se la caparbia chiusura di Nintendo nei confronti di iOS non si tramuterà in una tragica mossa suicida.

Commenti (1)

  1. Complimenti gran bell’articolo! (anzi, gran begli articoli) molto interessanti

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